Il mondo di oggi è notevolmente differente rispetto al passato, così come sono cambiate tutte quelle abitudini di consumo e di vita da parte di persone che, per questo motivo, variano anche l’approccio nei confronti del mercato del lavoro. Il denaro è diventato sempre più importante e il rapporto con esso appare quasi spasmodico, specie in alcune realtà lavorative o sociali in cui si lascia ben poco spazio ad altro.

Tuttavia, è importante ricordare che i soldi non sono tutto e che possono esistere delle motivazioni per cui anche un lavoro, apparentemente migliore rispetto a ciò che si svolge per un aspetto prettamente pecuniario, può non essere adatto alle proprie esigenze. Rifiutare, in questi casi, non sarà qualcosa di sbagliato, purché si agisca con la giusta cognizione di causa. Di seguito, si indicano alcuni dei motivi per cui potrebbe essere giusto rifiutare un lavoro.

Territorialità e appartenenza geografica

Si parte con un tema che è stato sempre oggetto di molte polemiche, nel mercato del lavoro, ma che è meno banale di quanto si possa credere: la territorialità e all’appartenenza geografica ad un determinato paese o ad una cultura specifica, che non possono essere vissuti o ritrovati altrove. In molti pensano che questo aspetto riguardi soltanto il trovarsi a contatto con la propria famiglia o i propri affetti, per quanto si tratti di un discorso molto più radicato. Bisogna accettare che non si è sempre adatti ad un nuovo paese con le sue regole, la sua cultura e i suoi modi di vivere, soprattutto in virtù della propria indole e di quelle che sono le abitudini esistenziali, che il denaro non compra. Ad esempio, quando Andrea Cossu rifiutò il Barcellona sapeva di perdere un treno, ma il legame con la sua terra non poteva passare in secondo piano.

C’è anche da considerare che spesso si è legati a delle radici che non potranno essere ritrovate allo stesso modo nel luogo in cui si giungerebbe: ad esempio, c’è chi è abituato ad un certo modo di vivere, a contatto con una cultura specifica e ad un modo di vivere tutt’altro che generico, e trasferirsi in un altro paese vorrebbe dire rinunciare totalmente a ciò: non si tratta di un aspetto banale, per cui prima di accettare un lavoro bisogna pensarci su parecchio.

Ambizione personale e aspetto caratteriale
Quando si parla di lavoro, purtroppo, molto spesso ci si dimentica del fatto che non si tratta di un qualcosa di totalmente alieno dalla propria vita, soprattutto in virtù del fatto che si viene a contatto con la sfera lavorativa per la maggior parte del proprio tempo. Insomma, se qualcosa non piace o non è ideale, non è certamente semplice sopportarlo per anni e anni, anche se si tratta di una tipologia di professione maggiormente remunerativa: è sempre importante valutare le proprie ambizioni personali, anche quando sembra che il denaro possa diventare protagonista nell’ambito dell’identità di un soggetto. In un primo momento, infatti, potrebbe sembrare che rifiutare una professione sia un atto quasi vile o comunque sbagliato, ma seguire la propria identità, per quanto riguarda la voglia di giungere oltre un piano offerto da un lavoro, è la chiave per vivere meglio quel lavoro stesso e per ricercare una soddisfazione maggiore nel corso degli anni.

Anche l’aspetto caratteriale è allo stesso modo importante: ogni lavoro richiede un confronto con altre persone e modi di vivere e interpretare il lavoro, la quotidianità e le abitudini di una persona, per cui non si tratta di un elemento da tenere in secondo piano, soprattutto se si vogliono evitare peggioramenti futuri della propria condizione sociale.